Storie d’imprese che hanno scelto di praticare l’economia civile in alternativa al modello capitalista

di Abdullah Al Atrash

Vice Managing Director MAS Paints – Dubai (UAE) e Alumno ISTAO 2003-2004

Innanzitutto è necessario spiegare le differenze fondamentali che vi sono tra l’impresa capitalista e quella che pratica l’economia civile. L’impresa capitalista nasce “ufficialmente” con Adam Smith in Scozia mentre l’economia civile nasce a Napoli con Antonio Genovesi, entrambe in epoca illuminista.

L’impresa capitalista ha come obiettivo primario la massimizzazione del profitto mentre quella civile il raggiungimento del “bene comune”. Entrambe producono e scambiano beni o servizi in un mercato ma lo fanno in modo molto diverso.  L’impresa capitalista segue il principio di Hobbes “Homo homini lupus est” oppure “Greed is good” (Friedrich Von Hayek e Milton Friedman) secondo il quale l’egoismo, se praticato da tutti, crea le condizioni per un’economia basata su di una teorica “concorrenza perfetta” affinché’ l’intera società possa trarne beneficio. Lo Stato non deve intervenire affatto nelle questioni economiche di una nazione ed in tal modo monopoli ed oligopoli vengono prevenuti.

L’impresa Civile invece crede nel principio secondo cui: “Ogni uomo deve volere per il prossimo ciò che desidera per se” oppure “ogni uomo deve essere fratello dell’altro uomo”. La solidarietà sostituisce così l’egoismo ma resta valido il principio di libertà. Libertà di essere se stessi, realizzare le proprie aspirazioni, partecipare alle decisioni strategiche aziendali attivamente, libertà dal bisogno e dalla povertà, libertà di poter organizzare il lavoro assieme agli altri. Ovviamente è necessario creare ed offrire un prodotto od un servizio che trovi sbocco nel mercato e che abbia una domanda oltre che essere competitivi, efficaci ed efficienti poiché ci si trova a dover concorrere con altre imprese capitaliste ed è necessario il raggiungimento di un utile. Nel capitalismo la massimizzazione dell’utile è il fine, nell’economia civile il mezzo tramite il quale realizzare il bene comune.

Ma facciamo qualche esempio concreto.

BERTOLA s.r.l. – Italia

Livio Bertola ha fondato la Bertola s.r.l. nel 1991 a Marene.  Alla Bertola si cromano i componenti di auto e moto delle più grandi case mondiali come Ferrari, Volvo, Kia, Nissan, Ducati, Guzzi, Piaggio, oltre a Technogym. Gli impianti automatizzati lavorano ininterrottamente 24 ore su 24, permettendo all’azienda di fornire un servizio tempestivo e giornaliero. Lo stesso imprenditore descrive così il funzionamento dell’azienda che ha fondato: “Ho capito di dover utilizzare al meglio i talenti di ciascun lavoratore favorendone la creatività, l’assunzione di responsabilità e la partecipazione nel definire e realizzare gli obiettivi aziendali, adottando particolari misure di aiuto per quelli che attraversavano momenti di bisogno. Il tutto gestendo l’azienda in modo da promuovere l’aumento dei profitti, destinati in pari grado alla sua crescita, alle persone in difficoltà economica, privilegiando l’assunzione di persone anche quando la logica del profitto lo sconsigliava. Il mio lavoro – aggiunge Livio – è diventato un mezzo di crescita interiore”.

Salone “Graca e Beleza” – Brasile

Luciana Santiago, qualche anno fa, ha aperto un salone di bellezza in una città rurale brasiliana ad alto tasso di disoccupazione e povertà. Ha scelto di assumere donne in condizioni di disagio (economico, sociale, vittime di violenza) ed insegnare loro il mestiere (parrucchieria, manicure, trucco, massaggi…). Gli utili generati sono suddivisi in base ai bisogni ed alle necessità di ogni lavoratrice e le scelte vengono prese tutte assieme. Oltre a questo insegnano questi diversi mestieri legati ai saloni di bellezza gratuitamente a molte altre giovani donne in difficoltà e senza educazione affinché possano cercare lavoro nelle città più grandi o aprire un loro salone grazie ad un fondo di microcredito al quale partecipano circa un centinaio di imprese di economia civile della zona.

Cooperativa Mondragon – Spagna

La Mondragon Corporation è una impresa e federazione di cooperative di lavoratori con sede nei Paesi Baschi in Spagna. Il loro primo prodotto, attorno agli anni ’50, furono riscaldatori di paraffina. Oggi sono tra le più grandi imprese del paese ed il gruppo affaristico leader nei Paesi baschi. Impiegano 80.321 persone in 289 società e operano in quattro aree di attività: Finanza, Industria, Retail e Consulenza. La Mondragon è un’impresa di economia civile che coinvolge tutti i lavoratori e le lavoratrici nelle scelte strategiche aziendali, distribuisce gli utili secondo le peculiari necessità di ogni lavoratore, sostiene centinaia di associazioni di volontariato e di beneficienza, segue le regole della finanza etica (vedi Banca Etica in Italia), rispetta la biodiversità ed investe in fonti di energia rinnovabile per contribuire a lottare contro il cambio climatico. Il “Caso Mondragon” è stato oggetto di innumerevoli tesi di laurea e di dottorato negli Stati Uniti, Unione Europea e Sudamerica.

PTSNOA  Turismo Sostenibile e Solidale – Argentina

Le ricchezze naturali nell’ Argentina del Nord Ovest contrastano tristemente con la povertà in cui vivono molti dei suoi abitanti. In molti casi, questi agricoltori sviluppano soltanto un’economia di sussistenza familiare. Queste contraddizioni hanno causato una forte migrazione giovanile, con conseguente spopolamento delle comunità’ e disgregazione famigliare, con la perdita dell’identità e delle culture rurali e indigene. L’impresa  si occupa di turismo sostenibile, etico e responsabile come opportunità per lo sviluppo umano e sociale delle comunità indigene e contadine generando opportunità di lavoro nel settore del turismo comunitario, che include attività artigianali, agricole, di allevamento e di ospitalità diffusa, rafforzando la formazione in questi settori.

Secondo il Financial Times, The Economist, la McKinsey&Co e Bloomberg (noti mezzi d’informazione ultra capitalisti e liberisti) le imprese di Economia Civile nel mondo hanno resistito alla grande crisi globale iniziata nel 2008 molto meglio delle imprese capitaliste e persino di molte multinazionali quotate nello S&P 500. Questo perché ASSIEME le difficoltà si superano meglio e se l’uomo viene messo al centro dell’impresa egli la sente come una famiglia, una comunità di amici e quindi dà il meglio di se: tecnicamente, commercialmente, a livello produttivo o manageriale e soprattutto umano.

“La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia” (Adriano Olivetti)

Dubai 13/06/2019

 

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