DALLA FONDAZIONE AD OGGI

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RADICI PROFONDE

L’ISTAO “Istituto Adriano Olivetti di studi per la gestione dell’economia e delle aziende” è tra le più anziane scuole manageriali italiane. La scelta del nome è inspirata ad Adriano Olivetti, con cui Giorgio Fuà collaborò per quasi un decennio, e in particolare alle sue lungimiranti intuizioni sulla responsabilità sociale dell’impresa e i rapporti tra industria e comunità. L’ISTAO fu costituito come associazione morale senza scopro di lucro l’8 febbraio del 1967 da Giorgio Fuà, con la collaborazione di un gruppo di docenti universitari e di altre personalità del mondo culturale, interessati a sperimentare nuove vie della didattica e della ricerca. Tutt’oggi, a distanza di oltre 50 anni, didattica e ricerca sono i pilastri dell’attività dell’istituto. Il primo progetto formativo dell’ISTAO, avviato nel 1967, fu un corso pilota per la formazione post universitaria di economisti, fortemente voluto

 

e co-progettato con la Fondazione Olivetti, l’americano Social Science Research Council e con l’appoggio del CNR. Per quattro anni i corsi ISTAO furono dedicati esclusivamente alla formazione di Economisti Applicati, destinati alle carriere accademiche. Nel 1972, accanto al corso “Economia Applicata”, fu avviato il primo corso in “Gestione dell’Impresa” con l’obiettivo di rispondere alla crescente richiesta di manager preparati ad affiancare gli imprenditori nello sviluppo delle proprie imprese. L’attività di formazione manageriale e imprenditoriale dell’ISTAO non si è mai arrestata, ed oggi il Master in Strategia e Management d’Impresa è uno dei fiori all’occhiello dell’offerta formativa dell’Istituto. Tra le ragioni per cui l’ISTAO è tutt’oggi una scuola particolare nel panorama delle Business School nazionali, amiamo ricordare quelle che lo stesso Fuà metteva spesso in evidenza:

 

  • E’ un laboratorio di esperimenti innovativi.
  • Ha un forte legame con il mondo delle imprese e delle istituzioni
  • Applica metodi di formazione in cui la formula dell’apprendere producendo prevale su quella dell’apprendere ascoltando.
  • Non vuole solo insegnare tecniche e strategie di gestione aziendale ma mira a coltivare lo sviluppo di un imprenditore civilmente e culturalmente impegnato. Più precisamente l’imprenditore leader, che considera propria missione quella di formare, guidare, sviluppare un gruppo di persone facendole sentire partecipi di un’operazione creativa comune delle quali essere tutte orgogliose.

GIORGIO FUA’ E ADRIANO OLIVETTI

Giorgio Fuà (1919-2000) è stato grande economista applicato e imprenditore culturale.

Fuà si definiva un “economista operativo” che ebbe l’opportunità di accumulare solide ed importanti esperienze in imprese ed enti di rilevanza nazionale. Esperienze che furono determinanti per forgiarne il metodo e gli interessi che caratterizzeranno poi il lavoro scientifico e didattico svolto nel corso della sua vita. La capacità di calarsi nei problemi pratici e l’opportunità di lavorare con grandi leader come Ernesto Rossi all’Arar, Adriano Olivetti nell’impresa omonima, Gunnar Myrdal all’Economic Commission for Europe delle Nazioni Unite, Enrico Mattei all’Eni, gli permisero di analizzare e interpretare la realtà economica italiana e il modello marchigiano con originalità, lucidità e grande concretezza.

Dopo il periodo vissuto a fianco di grandi personalità del mondo economico, Giorgio Fuà nel 1959 lasciò l’ENI per costituire la Facoltà di Economia di Ancona e concentrarsi sulla guida della neonata comunità accademica.

 

Dal 1966 in poi, si dedicò a formare la classe dirigente e imprenditoriale del futuro attraverso l’ISTAO. Ispirandosi alla lezione di Adriano Olivetti, si propose di sviluppare le capacità imprenditoriali nei giovani con un corso annuale molto selettivo ed impegnativo, che si distingueva per metodologie formative dal mondo accademico.

Attraverso i suoi “maestri” maturò l’idea centrale dei suoi studi, quella sull’imprenditore leader: La caratteristica di un imprenditore è dare un senso ed uno scopo al lavoro altrui. Gli imprenditori-leader non puntano solo al profitto ma amano il loro prodotto, sanno motivare i loro collaboratori senza autoritarismo, cercano di far crescere l’ambiente che li ha visti crescere.

Fuà è stato l’ispiratore e l’interprete di quello che, negli anni successivi, è divenuto noto come “modello NEC” o “linea adriatica alla sviluppo”.

Adriano Olivetti (1901-1960)

Ma chi era Adriano Olivetti, l’imprenditore con cui lavorò Fuà dal 1941 al 1949 a cui è stata intitolata la Business School ISTAO? In breve lo si può definire: urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura, ma soprattutto imprenditore che credeva nella tecnologia, nell’innovazione, nella responsabilità sociale dell’impresa. Figlio di Camillo, ingegnere elettrotecnico che nel 1908 fonda a Ivrea la Ing. C. Olivetti & C., prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere, Adriano si laurea in chimica industriale al Politecnico di Torino e nel 1924 inizia l’apprendistato nella ditta paterna come operaio. L’anno seguente compie un viaggio di studi negli Stati Uniti dove visita numerose fabbriche. Al ritorno, propone un vasto programma di interventi contribuendo ad aumentare in modo significativo la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Nel 1932 esce la prima macchina da scrivere portatile con il nome di MP1. Adriano è stato uomo d’impresa attento particolarmente all’innovazione, all’eccellenza della tecnologia e del design, all’apertura verso i mercati internazionali, al rispetto del lavoro e dei lavoratori. Nel suo stile di management assume un particolare rilievo l’attenzione al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti.

 

 

Si avvalse di giovani e valenti architetti per realizzare edifici industriali, case per dipendenti, mense, asili, strutture di assistenza sanitaria con l’obiettivo di far coesistere il miglioramento delle condizioni di lavoro nell’impresa e la qualità di vita fuori dall’impresa. Per Adriano Olivetti, infatti, l’impresa non è solo un luogo di produzione, ma è anche il motore principale dello sviluppo economico e sociale e come tale ha delle responsabilità verso la collettività e il territorio.

Adriano Olivetti fu anche scrittore e uomo di cultura. Nel 1937 fondò la rivista Tecnica e Organizzazione, dove pubblica vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale. Nel 1946 crea la casa editrice Edizioni di Comunità che pubblica importanti opere in vari campi della cultura, dal pensiero politico alla sociologia, dalla filosofia all’organizzazione del lavoro, facendo conoscere autori d’avanguardia.