La Politica Economica degli Emirati Arabi Uniti ai tempi del Covid-19

di Abdullah Al Atrash

Vice Managing Director MAS Paints – Dubai (UAE) e Alumno ISTAO 2003-2004

Come la maggioranza dei paesi del mondo anche gli E.A.U. stanno lottando incessantemente contro il virus SARS-COVID-19.  A livello sanitario sono state implementate le medesime leggi e regolamentazioni dell’Italia e di altri paesi europei colpiti in maniera durissima da questa tragedia. Divieto totale di uscire di casa tranne che per acquistare cibo e farmaci e possibilità di visitare cliniche ed ospedali previa autorizzazione dei medici. Per uscire è necessario registrarsi ogni giorno sul portale della Polizia ed ottenere il permesso on line. Le multe e pene per chi esce senza autorizzazione o senza guanti e mascherine sono molto severe e le autorità si avvalgono di strumenti di alta tecnologia per monitorare il movimento dei cittadini: intelligenza artificiale, radar, droni, posti di blocco, telecamere, satelliti e cellulari.  Inoltre, da un mese, tutto il paese viene disinfettato 24 ore al giorno su 7 giorni utilizzando migliaia di uomini, mezzi all’avanguardia e droni che spruzzano il disinfettante anche dal cielo. I posti letto per le emergenze sono molto abbondanti così come il numero di tamponi che vengono effettuati e che danno il risultato dopo cinque minuti di attesa. Il paese, però, è molto sui generis poiché il 90% dei residenti è composto da immigrati e quindi è molto difficile trovare un equilibrio tra salvaguardia della salute pubblica e dell’economia. Ecco perché, a differenza dell’Europa, il settore delle costruzioni è considerato d’importanza vitale (oltre agli altri settori essenziali equivalenti al modello europeo).

Ma questo perché? Se nel paese il settore delle costruzioni (seppur rallentato e ridotto rispetto a prima) dovesse chiudere ci si troverebbe ad avere MILIONI di dipendenti licenziati dalle aziende che nel frattempo chiuderebbero e questi lavoratori non avrebbero alcun reddito a disposizione. Questo rappresenterebbe un grave rischio di destabilizzazione sociale e crisi umanitaria.

Ecco perché il Governo e la Banca Centrale hanno implementato il seguente pacchetto di sostegno all’economia: il settore delle costruzioni (driver attorno al quale gira quasi tutto il resto dell’economia) proseguirà con una riduzione del numero dei lavoratori per questioni sanitarie senza cessare di operare a patto di rispettare gli standard di sicurezza sul posto di lavoro. Inoltre la Banca Centrale ha immesso nell’ economia ad oggi circa 200 miliardi di AED (circa 55 miliardi di USD che in rapporto al PIL nominale di circa 405 Miliardi di USD nel 2019, sono una cifra notevole) a sostegno di imprese, famiglie, consumatori ed investitori.

Inoltre le seguenti norme aggiuntive sono state implementate: sussidi ad imprese e famiglie per ridurre i costi di acqua e di elettricità, eliminazione delle tasse indirette, blocco degli aumenti dei prezzi di qualsiasi prodotto o servizio, diluizione dei tempi di pagamento degli affitti, possibilità di ottenere mutui per le famiglie ed i privati senza alcuna garanzia o collaterale, riduzione delle spese mediche e scolastiche, mutui e prestiti a tassi irrisori per gli imprenditori che dovessero averne bisogno, rinnovo gratuito ed automatico di tutte le documentazioni e licenze, estensione del permesso  di soggiorno nel paese per chi perde il lavoro al fine di poter avere più tempo per cercarne un altro.

Non possiamo sapere che livello di recessione si registrerà a fine 2020 (S&P, Fitch, FMI e Banca Mondiale prevedono una recessione che può arrivare al 5%) ma di recessione si tratterà sicuramente e non sarà leggera proprio perché il paese è estremamente aperto per sua natura all’ economia globale e, come tutti gli hub commerciali, logistici, turistici e finanziari del Mondo risentirà più di paesi più grandi che dipendono maggiormente da una robusta economia basata sui consumi interni.

Non per ultimo, il basso prezzo del petrolio dovuto alla recessione globale ma anche a questioni geopolitiche che coinvolgono Russia, Arabia Saudita e Stati Uniti, penalizzerà l’Emirato di Abu Dhabi, sede del Governo Federale. Ad ogni modo, anche negli E.A.U. si è capito che d’ora in poi le cose non saranno MAI PIÙ le stesse e che il ruolo del capitalismo (specialmente finanziario) e del settore privato dovrà per forza di cose cedere ampio spazio al potere economico degli Stati. Un’epoca storica è finita. Speriamo che quella nuova sia decisamente migliore, senza dimenticarci (auguriamocelo fortemente) della gravissima questione del cambio climatico. O impareremo a convivere con la Madre Terra o, da essa, saremo espulsi.

Dubai, 14/04/2020

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