Si può essere imprenditori fra le mura aziendali?

di Bruno Lamborghini

Economista industriale

Liberare il potenziale imprenditoriale nascosto nelle organizzazioni: è l’invito del libro-manifesto di Roberto Battaglia Startupper in azienda, edito da EGEA 2021, che raccoglie 45 testimonianze di imprenditori e manager, assieme a numerose proposte operative basate sulla lunga esperienza di Battaglia nella gestione del personale ed ora come capo del personale della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo. Il libro si presenta in una forma editoriale particolarmente innovativa perché, anche mediante una chiara evidenziazione grafica, permette una lettura dei contenuti da comprendere a colpo d’occhio e un’evidenza di concetti chiave e di punti di vista divergenti con percorsi su misura. L’autore parte dalla considerazione che le organizzazioni sono piene di persone con capacità imprenditoriali nascoste e inespresse che spesso non trovano le condizioni adatte per rivelare pienamente il proprio potenziale. Di conseguenza, i potenziali talenti si adattano spesso solo a fare diligentemente quanto è loro ordinato di fare, forse per non dare noie ai capi e non rischiare la propria carriera. Talvolta alcuni decidono di uscire dall’azienda e sono in genere quelli considerati poco disciplinati, irrequieti o disobbedienti. Questo determina in molti casi una perdita secca di capitale intangibile per l’azienda, anche se talvolta la loro uscita viene considerata quasi una liberazione per la gestione del personale, considerando una persona irrequieta in meno da gestire. Come osserva Alberto De Toni nella postfazione, i disobbedienti, gli irrequieti sono potenzialmente i più innovativi, ma spesso è complesso tentare di rendere compatibili gli irrequieti con le esigenze delle organizzazioni che vivono di regole, di responsabilità gerarchiche, di sequenze ordinate di processi.  Battaglia affronta questi problemi come una sfida chiave per tutte le imprese, quella di cercare di liberare il potenziale imprenditoriale latente nelle organizzazioni, trasformando gli irrequieti in intra-prenditori. Una testimonianza concreta contenuta nel libro è quella di Enrico Loccioni che nella sua azienda chiede a tutti di uscire dalla logica del dipendente che opera per compiti, orari e mansioni per divenire “azionista del lavoro”, che investe la sua conoscenza e la trasforma in competenza per sé e per l’impresa. Questo fa nascere “imprese nell’impresa” ma richiede di mantenere piatta l’organizzazione e dare anche all’ultimo arrivato la possibilità di mettersi in gioco. Dalla intraprenditorialità diffusa nel Gruppo Loccioni sono nati oltre cento spin-off da collaboratori che hanno deciso di mettersi in proprio, pur mantenendo un rapporto collaborativo con l’azienda.

La storia della Olivetti e quella di IBM sono ricche di imprenditorialità interna, anticipando spesso il modello startup con persone e team che operano fuori dagli schemi ufficiali e portano innovazione, aprendo a nuovi percorsi aziendali. Vi sono diversi esempi di aziende italiane capaci di sviluppare imprenditorialità innovativa al proprio interno, ma sussistono ancora dubbi, vincoli e difficoltà nell’attuare forme di intraprenditorialità ed una ricerca attiva dei talenti nascosti all’interno dell’azienda o della istituzione pubblica. Per cercare di fornire strumenti che possano facilitare il raggiungimento di tali obiettivi, Battaglia propone nella terza parte quanto attuato in Intesa Sanpaolo con la introduzione di una piattaforma di intrapreneurship (UP-UNLOCK POTENTIAL), con il duplice scopo di accelerare la realizzazione di nuove soluzioni valoriali per l’azienda e la crescita di competenze trasversali per nuovi traguardi professionali dei collaboratori. La piattaforma UP intende consentire di sviluppare mentalità da startup, liberando il potenziale di intelligenza e capacità con il miglioramento delle performance aziendali e risultati positivi in termini di valore economico, valore organizzativo assieme alla crescita di valore per i collaboratori. Da qui possono nascere Upper cioè coloro che “individuano prima di altri un problema non risolto o una opportunità non ancora sfruttata e intendono utilizzare l’acceleratore per disegnare e realizzare una soluzione sostenibile”, cosi da costruire nuove leadership dentro l’azienda.  Nel libro sono anche proposte altre idee stimolanti l’imprenditorialità, come l’approccio design driven per cercare di uscire da vecchi schemi organizzativi, puntando sul valore creativo delle persone. Anche la necessità di operare a distanza a causa della pandemia può favorire la scoperta di nuove intraprenditorialità finora nascoste attraverso l’evoluzione del lavoro da remote working a smart working autonomo e responsabile.

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