Formazione post-laurea e Post Covid:
un master che rende valore anche il tempo sospeso.

di Sabrina Dubbini

Area didattica ISTAO

Parola d’ordine: non fermarsi. Filippo ha conseguito il diploma di laurea triennale a giugno e si trova nella situazione di dover decidere cosa fare per il prossimo biennio. Aveva già organizzato mentalmente la sua partenza per un corso di laurea specialistica in un Ateneo del Nord Italia ma le informazioni che arrivano da media e università lo hanno fermato. Filippo non è l’unico studente a trovarsi in un dilemma di scelta per il suo futuro prossimo: nonostante la riapertura di scuole di ogni ordine e grado con le dovute garanzie di distanziamento e dispositivi di protezione la presenza non è garantita tout court. Si profila per questi ragazzi una prospettiva di “tempo sospeso” in cui la straordinarietà dell’evento pandemico e l’incertezza che si riversa su regole, norme, abitudini e programmi didattici ne ferma la disponibilità a “mobilitarsi” e a decidersi per gli obiettivi che si erano dati e programmati.

Studenti e famiglie al bivio di decisioni di investimento educativo ed economico

Le famiglie come quella di Filippo si interrogano sulla convenienza di investire un anno di risorse economiche in alloggio e vita fuori casa senza la certezza di alcuna assicurazione (al momento) sulla continuità dello svolgimento dei corsi fino al termine dei programmi. E questo orizzonte incerto pesa nonostante i lodevoli sforzi, le precauzioni prese e le buone soluzioni organizzative messe in atto dai rettori degli Atenei nazionali.

Gli studenti universitari hanno sperimentato da marzo a giugno una didattica a distanza che per molti si è rivelata una esperienza nuova e positiva, ma che lascia molti vuoti nel processo di apprendimento per quanto attiene allo scambio di conoscenze in presenza. Sono molti gli elementi qualitativi che vanno persi in una metodologia didattica a distanza (dad): dalla relazione umana fondamentale per lo sviluppo di capacità di analisi e autoanalisi dei comportamenti ed essenziale per l’acquisizione di codici comunicativi e linguaggi specialistici, alla mancanza di interattività e confronto continuo dentro e fuori l’aula, che è condizione fondamentale per la creazione di senso di appartenenza, dall’”immersione” fisica e totalizzante dei singoli nelle dinamiche del gruppo al lavoro al confronto continuo e diretto con la struttura ospitante (Scuola) e con la comunità esterna (territorio).

La formazione: Esperienza cognitiva e sociale

E’ stato ben sottolineato per l’occasione che “la formazione è esperienza formativa sociale e non solo cognitiva (CRUI 25/6/20202)” e dobbiamo altresì aggiungere che “la formazione manageriale si caratterizza per il suo perseguire competenze e capacità che sono abilitanti dell’agire manageriale, …, per questo motivo esse si differenziano dalle attività scolastiche e universitarie nei contenuti, ma soprattutto nei metodi utilizzati. Questi ultimi, infatti, si sostanziano in modalità ad elevato contenuto esperenziale e ad elevata intensità di scambio, confronto e cogenerazione di conoscenza tra i docenti e i partecipanti stessi” (lettera del 5/05/2020 di ASFOR alla Presidenza del Consiglio dei Ministri durante il lockdown delle attività didattiche per la ripresa di attività in presenza da parte delle Business School nazionali).

La teledidattica e il confronto in remoto hanno svolto un utilissimo ruolo nella fase di chiusura delle attività in presenza e presentano senza dubbio vantaggi che superano la motivazione più urgente di sicurezza sanitaria dettata dalla pandemia Covid, quali: l’introduzione “forzata” di innovazione tecnologica nelle aule istituzionali che ne ha permesso una più rapida familiarizzazione e pratica d’uso tra docenti e discenti, l’ampliamento straordinario, potenzialmente illimitato, di connessione a livello globale che ha moltiplicato le reti e i network tra Università Scuole e docenti, a costi quasi nulli; la possibilità di gestire secondo le necessità una didattica sincrona e asincrona, con il vantaggio di poter registrare e riascoltare lezioni e interventi formativi che non sono abitualmente resi disponibili nella didattica in presenza. A fronte però di tali economie e vantaggi coerenti con le linee programmatiche UE per lo sviluppo allargato di competenze digitali [1], restano comunque sullo sfondo (o non soddisfatti) quei bisogni che proprio attraverso i metodi di apprendimento in presenza fanno della formazione post-graduate un reale ed efficace up-grade di competenze relazionali e soft skills. Su queste ultime in particolare si focalizzano le maggiori perplessità di perseguire in modo pieno ed efficace i requisiti della formazione manageriale. Le capacità di ascolto e di comunicazione, le abilità nel relazionarsi per motivare e condurre collaboratori e team alla soluzione, le capacità di negoziazione e di “public speaking” (capacità di parlare in pubblico correttamente e coerentemente all’audience e alla situazione contingente), i codici di comportamento sociale e conviviale (dress-code) sono di fatto difficilmente recuperabili nelle varie forme di apprendimento a distanza (distance learning).

ISTAO Business School

Per ISTAO, scuola di formazione manageriale di ispirazione olivettiana, l’apprendimento in presenza resta un fattore fondamentale di qualità ed efficacia. La pratica e il contatto reale con le persone e con le imprese, “lo sporcarsi le mani” nella realtà produttiva (come lo definiva Fuà) restano uno dei tratti più riconoscibili e apprezzati dai nostri studenti dei master.

Nel post lockdown la ripresa in presenza di master e corsi di specializzazione è stata possibile grazie a una location, villa Favorita, che offre spazi interni (aule) ed esterni (campus) che garantiscono il rispetto delle distanze previste ai fini della sicurezza e che ha permesso quindi la ripresa di una stagione didattica nuovamente animata da lezioni interattive con professional, project work e teamworking ad alto contenuto di esperenzialità.

ISTAO ha anche ripreso, in tempi anticipati rispetto ad altre scuole di alta formazione, le sessioni di Orientamento in presenza e all’aperto con un afflusso di circa 70 ragazzi circa dalla fine di luglio provenienti da facoltà marchigiane ed extraregionali.

Il master ISTAO: bridge per il mercato del lavoro

Il Covid ha scosso molte certezze manageriali. Si sente ripetere “niente sarà più come prima”, sicuramente quanto è accaduto ed è ancora in divenire sta spostando il senso di fare impresa nella direzione di un agire più attento ai valori e responsabile per cui il profitto, come già osservava Adriano Olivetti, non è più “il fine” o la ragione prioritaria di una impresa e la sicurezza personale e sociale, così come la dimensione del territorio a livello locale entrano tra i driver della gestione strategica. Gli effetti sull’organizzazione, su ruoli e sui comportamenti di questo cambio di prospettiva sono dirompenti e necessitano di una riformulazione di contenuti strumenti e principi di gestione per formare manager e collaboratori che siano all’altezza e coerenti con il compito che li aspetta. Il master ISTAO in Strategia e Management di Impresa ogni anno è riprogettato e programmato sulle esigenze più attuali e anche quest’anno riflette nei contenuti una visione di imprenditore responsabile socialmente orientato ad aprire la sua organizzazione a strumenti collaborativi e a una leadership partecipativa dove competenze tecniche e organizzative si rinnovano e sinergizzano allo stesso tempo. In questo senso il master ISTAO, sostenuto da borse per la frequenza, riesce a mantenere un ruolo riconosciuto di bridge fortemente identitario tra la formazione universitaria e il mondo del lavoro. Ogni anno il master è rivisto e rinnovato nei contenuti per rispondere alle imprese che riconoscono a ISTAO metodo e faculty fortemente pratici e una progettualità partecipata con il territorio di riferimento. Le parole chiave di questa edizione, Organizzazioni Flessibili, Digital Transformation, Cybersecurity, Smart Management ed Economia Circolare allargano la concezione di management d’Impresa ai temi più innovativi e attuali dello scenario economico. Ma ISTAO è anche e soprattutto scuola dei territori e dell’approccio “glocal” e tali dimensioni rientrano in una precisa strategia di sviluppo economico sostenibile che fa del territorio una variabile strategica di crescita per il futuro.

Anche se lo scenario resta nei dati statistici nazionali e internazionali minacciato da previsioni e incertezza, come già un giovane Fuà costretto a interrompere gli studi per la Normale e riparato in esilio in Svizzera per le persecuzioni razziali, sfidando i commenti e le previsione nefaste di una vicina invasione tedesca, optò per uno studio determinato finalizzato a trasformare quel tempo di immobilità forzata in un momento di acquisizione di conoscenze (che gli valsero poi l’entrata alla Normale di Pisa), così ai giovani di oggi suggerirebbe di studiare per approfittare di un tempo “sospeso” investendolo in acquisizione di strumenti e conoscenze.

Questo resta un grande insegnamento per tutti i giovani come Filippo in fase decisionale: un master in formazione manageriale è comunque un impegno per apprendere strumenti necessari e utili al lavoro del futuro, mantenendo allenata la mente e trasformando così in valore il tempo sospeso.


[1] Le competenze che saranno oggetto di richiesta crescente nel mercato e che dunque divengono oggetto di analisi e sviluppo nei prossimi programmi formativi sono citate nel più recente European Skills Agenda dove si sottolinea l’importanza “delle competenze trasversali e imprenditoriali, oltre che” delle “competenze per accompagnare le transizioni digitali e verdi come quelle fornite attraverso gli studi STEM.”

TORNA ALL’INDICE DEL BLOG

 

qui i più recenti