Brand, cultura e territori

di Nathalie Perkins

Area didattica ISTAO

La terza edizione del Brand Festival di Jesi (svoltosi dal 29 Marzo al 5 Aprile 2019) – il Festival italiano sull’identità – ha visto tra i suoi protagonisti ISTAO e gli allievi del Master in Strategia d’Impresa e Management Internazionale.

La cornice è stata proprio il centro storico di Jesi, la casa di Federico II di Svevia, dove tra palazzi antichi, teatri ed angoli nascosti di storia si sono alternati workshop, mostre, presentazioni, talk e spettacoli teatrali tutti legati da un filo comune: l’evoluzione della marca ed il suo legame con le persone ed i territori.

ISTAO è intervenuto al Festival attraverso due importanti contributi. Il primo ha riguardato la presentazione di uno studio sul tema della Brand Identity per il Comune di Falconara Marittima, presentato dal team degli allievi che lo hanno realizzato in occasione della cerimonia di chiusura del Festival. La seconda attività che ci ha visto coinvolti è stata l’organizzazione di una Tavola Rotonda dedicata all’imprenditorialità e al pensiero di Adriano Olivetti in occasione della giornata dedicata al mondo delle imprese, all’interno dell’evento “Senza Confini. Il futuro di Adriano”.

Sono state entrambe importanti occasioni per toccare con mano alcuni temi come territorio – comunità, ricerca della bellezza, innovazione tecnologica, estremamente attuali oggi e di crescente importanza. Occasioni utili per ricordarci che siamo noi stessi i protagonisti di questo processo di continuo cambiamento, cittadini di un mondo in continua evoluzione che deve stimolarci ad essere imprenditori in prima persona.

Gli studenti Istao, in particolare, attraverso lo studio della Brand Identity per un Comune, hanno intercettato il sentimento della cittadinanza ed analizzato l’evoluzione storica e sociale del territorio falconarese, delineando i tratti di quella che potrà essere l’immagine che Falconara racconterà all’esterno, fortemente basata sul tema della valorizzazione delle infrastrutture, del verde e dell’immensa risorsa rappresentata dal mare. Sul palco del Palazzo dei Convegni di Jesi, di fronte ad un vasto pubblico, gli allievi hanno raccontato i vari step della ricerca, vivendo un’esperienza sicuramente unica arricchita dall’emozione della prima serata, le luci, gli schermi ed i riflettori!

In occasione della Tavola Rotonda con gli imprenditori, abbiamo trasportato il pubblico nella nostra dimensione, quella dello story telling, ed abbiamo raccontato come la filosofia olivettiana prenda forma in termini di metodologia di apprendimento, spirito di squadra, creazione delle condizioni di lavoro volte al raggiungimento degli obiettivi, senza mai dimenticare l’uomo e la dimensione umana. Ma perché il modello olivettiano, così come immaginato ed applicato da Adriano, non è riuscito ad affermarsi ai giorni nostri?

Su questo ha riflettuto Sebastiano Zanolli, uomo d’impresa, scrittore e formatore, il quale ci ha proposto di riflettere sul mondo che viviamo. Il consiglio che emerge è di pensare che siamo proprio noi i primi destinatari dell’utopia di Adriano, le persone in quanto società civile, comunità. Noi per primi dobbiamo riappropriarci della dimensione umana del nostro lavoro per estrapolare quella bellezza e quella visione che, prima di diventare modello organizzativo, è relazione, scambio, condivisione.

All’evento hanno preso parte alcuni imprenditori del territorio, Manuelita Torresi (La Manuelita srl), Marco Zannini (Zannini Spa) e Massimo Bernetti (Azienda Vinicola Umani Ronchi Spa) i quali, coordinati da Annalisa Galardi della Fondazione Olivetti, hanno raccontato le loro esperienze. Territorio, competenze e giovani: questi gli ingredienti chiave, perni del fare impresa marchigiano ed eco del pensiero di Adriano, sempre rivolto alla crescita ed evoluzione del sapere e delle conoscenze.

Tre storie di settori differenti (calzature, meccanica, food & beverage) ma accomunate dagli stessi valori.

L’orgoglio e la responsabilità di essere un riferimento per il territorio, con il desiderio di tramandare e di trasformare quanto lasciato dai padri in qualcosa di nuovo, ma fortemente radicato nella tradizione.

Passione. Il motore che tutto alimenta e muove e che, ancora oggi, rappresenta la skill che i nostri imprenditori cercano nei nuovi assunti. E coloro i quali vivono l’azienda già da tempo? E’ fondamentale dare spazio a nuove idee ed incoraggiare alla proattività. Così facendo la paura del “nuovo”, nelle sue varie accezioni, svanisce e cresce la contaminazione positiva di esperienze e competenze.

Ambizione. Il desiderio di compiere l’impresa non si arresta ma prosegue, evolve ed assume nuove forme.

La digitalizzazione delle attività di prototipazione per La Manuelita, l’integrazione dei processi di automazione per Zannini, le sperimentazioni del gusto per Umani Ronchi.

La riflessione di Sebastiano Zanollli trova quindi la risposta proprio nelle parole degli imprenditori. Non siamo affatto lontani dal pensiero di Adriano: è tangibile e riconoscibile nell’operato della nostra impresa.

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